Un documento della mostra

Una mostra per Guido Davide Neri


Biblioteca di Filosofia
Università degli Studi di Milano

Milano, Via Festa del Perdono, 7
11 - 28 ottobre 2011

La mostra sarà visitabile nei seguenti orari:
Lunedì - giovedì 9.30-17.45; Venerdì 9.00-16.00


Ingresso libero

11 - 31 ottobre 2011


La mostra sarà visitabile nei seguenti orari:


Lun.-giov. 9.30-17.45; ven. 9.00-16.00



Ingresso libero

 

Guido Davide Neri: libri, pensieri, immagini

Questa mostra è stata occasionata dalla costituzione di un Fondo Neri presso la nostra Biblioteca, grazie  alla donazione da parte del figlio Gabriele dei materiali sopravvissuti.Studio e ristoro

L’inizio degli studi universitari di Neri è avvenuto nella sua città, Milano, nella nostra Facoltà, nel 1953-54, qui ha seguito gli ultimi corsi di Antonio Banfi, di cui è stato tra gli ultimi allievi diretti. Nei restanti due anni si è trasferito a Pavia, seguendo le orme di due tra i primi “grandi allievi” di Banfi, Formaggio e Paci, di cui restò sempre amico.

Con Banfi e i sui allievi tenne aperto fino alla fine un vivace dialogo, per nulla semplicemente celebrativo, ma apertamente critico, talvolta teso. Lo testimoniano alcuni tra i suoi scritti più significativi (e in primis gli studi dedicati al tema della crisi in Banfi), le lezioni; e incontri personali che ci sono rimasti nella memoria. Di questo mondo conservava in sé certa atmosfera, soprattutto uno stile sobrio nel praticare la cultura, un modo di renderla operante; una sensibilità “fenomenologica” in senso ampio; la sua attenzione allo scetticismo non aveva risvolti relativisti, men che meno nichilisti, in alcun senso. Al disinteresse teoretico nella ricerca, all’estraneità a ogni partigianeria, aggiungeva di suo anche un disinteresse pratico, che la rendeva un’attività refrattaria a ogni calcolo circa il cui prodest. Studioso di acuta finezza teorica, la sua voglia di domandare non cedeva a stanchezze, la sua capacità di interrogarsi non accettava compromessi; rivelandosi con ciò autenticamente, e inattualmente temo, filosofo. Cosa che per lui non riguardava solo la sfera del pensiero, ma anche la vita quotidiana, che non viveva come una sorta di zona franca rispetto alle sue convinzioni filosofiche; era per natura alieno da ogni volgarità e ipocrisia, da ogni strumentalizzazione, da ogni maneggio; non condivideva alcun carrierismo, né perseguiva alcun prestigio fine a sé. Perciò non era propriamente “di casa”, diciamo, nell’ambiente accademico.

A Pavia “viva presenza” fu per lui innanzitutto Enzo Paci, del cui insegnamento restano tracce persistenti nei suoi studi. Fu tuttavia con Dino Formaggio che si laureò; e pour cause: la sua tesi fu in Estetica, e venne dedicata a Riegl (ne resta traccia in uno dei suoi primi lavori, l’edizione italiana dei saggi di Panofsky sulla prospettiva). In questo ambito ebbe modo di esprimersi il tratto più caratteristico della sua personalità: il suo convinto amore per l’arte, per nulla disgiunto dalle sue inclinazioni nettamente teoretiche. La sua sensibilità privilegiava le arti visive, aveva uno spiccato gusto per la grande pittura del passato, in particolare per quella seicentesca lombarda. Accanto a ciò, possedeva una non comune abilità grafica; e anche di questo la presente mostra testimonia; una delle sue più originali ricerche ebbe per oggetto Il morso dell’Asino di Gabriele Galantara. Un grande fascino esercitò su di lui Caravaggio, l’impegnativo saggio che gli dedicò negli ultimi tempi resta una sorta di testamento spirituale, testimoniando radicate predilezioni filosofiche oltre che insieme artistiche.

Non a caso dunque il suo primo impegno didattico universitario è stato l’Estetica, che insegnò i suoi primi anni veronesi; e l’eco di questo interesse non andò certo perduta in seguito, quando l’insegnamento di Teoretica ha orientato in direzioni diverse i suoi impegni.

Il suo lungo insegnamento veronese, che durò fino alla fine, fu decisivo per la formazione di non pochi allievi che si dedicano tuttora alla ricerca e all’insegnamento (alcuni partecipano all’incontro). Ma  esercitò un grande fascino, ebbe una grande efficacia per l’educazione culturale degli studenti che ne seguirono le lezioni.

                                                                                               Gabriele Scaramuzza





 

Evento correlato alla mostra

Giornata filosofica

per Guido D. Neri

(1935-2001)  

Martedì 11 ottobre 2011
Ore 14.30 - 18.30  

Fondazione Corrente 

Milano, Via Carlo Porta, 5
www.fondazionecorrente.org

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