La biblioteca di Giovanni Vailati

Una mostra per il Centenario

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Platone

Plato, Platonis Euthyphro; Apologia Socratis; Crito; Phaedo, Lipsiae, sumptibus et typis B. G. Teubneri, 1877

“… Quando si spogli la teoria platonica dalle implicazioni etiche ed estetiche che ne costituiscono sotto un certo aspetto un carattere accessorio e accidentale, essa si manifesta come una energica affermazione, da parte dello scienziato e del filosofo, del diritto a foggiare o costruire un mondo più regolare, più semplice, più perfetto, di quello che i soli dati sensibili, e le sole induzioni basate su questi, porterebbero ad ammettere come esistente. Essa si manifesta cioè come un’affermazione della legittimità di quel processo di ricerca, che, prendendo come punto di partenza concetti o ipotesi idealizzatrici e semplificatrici, non aventi alcun esatto riscontro in quella che si chiama la “realtà delle cose”, arriva, per mezzo di deduzioni e per mezzo di quelli che sono stati recentemente chiamati (Mach) “esperimenti di pensiero”, ad analizzare, a comprendere, a dominare questa, e a scoprire in essa, e al di sotto di essa, indipendendentemente dal ricorso diretto all’esperienza, regolarità, leggi, norme che l’osservazione diretta e passiva sarebbe stata per sempre incapace a rivelare…”.

(G. Vailati, “Per un’analisi pragmatistica della Nomenclatura Filosofica”, in Scritti di G. Vailati, 1911, pp. 707-708)

 

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