La biblioteca di Giovanni Vailati

Una mostra per il Centenario

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Home Giovanni Vailati La riscoperta

La “riscoperta” di Vailati

Dopo la morte di Vailati alcuni amici aprirono una sottoscrizione per pubblicare in un unico volume i circa duecento scritti, tra articoli, comunicazioni, brevi saggi e recensioni, dispersi in una miriade di riviste italiane, francesi, inglesi ed americane. Il volume degli Scritti di Giovanni Vailati uscì nel 1911 a cura di Mario Calderoni, Umberto Ricci, Giovanni Vacca presso gli editori Seeber-Barth, Firenze-Lipsia. Il volume venne sottoscritto da oltre 250 estimatori di Vailati, tra i quali figurano alcuni nomi prestigiosi della cultura europea da Ernst Mach a Bertrand Russell, da Giuseppe Peano a Franz Brentano, da Luigi Einaudi a Benedetto Croce.Copyright 2009 © Morgana Marchesoni

Dunque Vailati non fu affatto ignorato o trascurato dai contemporanei, ma la morte prematura del discepolo e amico Mario Calderoni, la frammentarietà della sua produzione e la mutata situazione storica in breve cancellarono la sua presenza nella cultura italiana.

La “riscoperta” di Vailati avvenne nel secondo dopoguerra ad opera soprattutto di Eugenio Garin e Ferruccio Rossi-Landi. Queste prime indagini trovarono una sistemazione organica nel 1963: in occasione del centenario dalla nascita di Vailati si tenne un Convegno di studi organizzato dall’Istituto di Storia della Filosofia dell’Università di Milano. Il Convegno si svolse a Milano e a Crema il 4 e 5 maggio e i suoi atti furono subito pubblicati in un fascicolo speciale della Rivista critica di storia della filosofia.

Sempre nel 1963 uscì un’importante monografia di Antonio Santucci, Il pragmatismo in Italia.

Da allora i contributi si infittirono: in particolare nel 1971 fu pubblicato l’Epistolario, a cura di Giorgio Lanaro, introduzione di Mario Dal Pra, con un “Ricordo” di Luigi Einaudi.

Nel 1987 viene data alle stampe una nuova edizione in tre volumi degli “Scritti” a cura di Mario Quaranta.

 

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