La biblioteca di Giovanni Vailati

Negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, Giovanni Vailati (1863-1909) cercò di sviluppare e di diffondere una prospettiva filosofica fondata su una profonda familiarità con l’effettivo operare scientifico, senza cadere nel dogmatismo delle dottrine positivistiche. Nel corso di questo tentativo egli anticipò delle forme di analisi e delle tecniche di pensiero destinate ad affermarsi nella cultura filosofica internazionale con le denominazioni di empirismo logico, strumentalismo e filosofia analitica.

In Italia l’opera di Vailati venne apprezzata dai contemporanei, che nel 1911 raccolsero in un grosso volume gli scritti che egli aveva disperso, sotto forma di note, articoli e recensioni su diverse riviste italiane e straniere. Questa pubblicazione postuma non impedì che nei decenni successivi il suo pensiero venisse trascurato e che soltanto nel secondo dopoguerra si giungesse a un’approfondita rivalutazione dell’opera vailatiana.

Nel 1959, in occasione del cinquantenario della morte di Vailati, i suoi eredi donarono all’Istituto di Filosofia la biblioteca e il carteggio inedito del filosofo, consentendo la costituzione del Fondo Vailati.