La biblioteca di Giovanni Vailati

Una mostra per il Centenario

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Home Le riviste

Il Politecnico

Il politecnico: repertorio mensile di studj applicati alla prosperità e coltura sociale

Periodico fondato a Milano nel 1839 da Carlo Cattaneo. Le pubblicazioni iniziarono l'1 gennaio 1839 e si interruppero nel 1844 a causa dei sopravvenuti impegni del fondatore. Cattaneo riprese le pubblicazioni il 1º novembre 1859 e continuò fino al 1869, anno in cui spirò. Nel 1864 la proprietà della casa editrice fu rilevata dall'ingegnere alsaziano Ernest Stamm, che alla fine del 1865 la cedette a sua volta al finanziere Andrea Ponti. Sotto la direzione di Francesco Brioschi nel 1866 la testata assunse un nuovo sottotitolo («Repertorio di studj letterari, scientifici e tecnici») e iniziò ad uscire in due distinte parti, letteraria e tecnica. La prima, guidata da Romualdo Bonfadini, si chiuse alla fine del 1868; la seconda si fuse nel 1869 con il «Giornale dell'ingegnere civile e meccanico», per dare vita al «Politecnico. Giornale dell'ingegnere architetto civile e industriale».

 

Leonardo

Rivista letteraria italiana degli inizi del Novecento. Uscì dal 4 gennaio 1903 all'agosto 1907, con periodicità irregolare, per complessivi 25 fascicoli. Frontespizio di un numero di Leonardo

Fu fondata a Firenze da Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini insieme ad artisti come Giovanni Costetti e Adolfo De Carolis e letterati come Alfredo Bona, Ernesto Macinai e Giuseppe Borgese. Vailati iniziò a collaborare con il Leonardo nel 1904, anno del suo trasferimento a Firenze. Con i due giovani animatori della rivista il filosofo cremasco condivise le critiche sull'arretratezza e provincialismo della cultura italiana; tuttavia la sua concezione scientifica del pragmatismo rimase sempre molto lontana dall'antintellettualismo e dall'attivismo del "pragmatismo magico" dei suoi giovani compagni.

“… Non è certo uno dei minori meriti del “Leonardo” quello di avere stabilite delle linee di comunicazione e provocati degli scambi di idee tra cultori di studi filosofici appartenenti alle regioni e ai climi intellettuali più diversi e lontani, tra logici ed esteti, tra moralisti ed economisti, tra matematici e mistici, tra biologi e poeti. In attesa che divenga possibile un esame comparativo dei risultati ottenuti, o preparati, dal movimento di idee e dal traffico intellettuale in tutte queste varietà di direzione, non sarà fuor di proposito riassumere qui in un prospetto schematico quelli tra tali risultati che si riferiscono a uno dei più importanti tronchi che il Leonardo ha cooperato a costruire e mantiene in esercizio, il tronco cioè che congiunge le varie regioni del pragmatismo con quelle abitate e coltivate dai “logici matematici.  (…) Non è tuttavia dai lavori della scuola del Peirce, ma da quelli invece della scuola italiana facente capo al Peano, che mi pare conveniente prendere qui le mosse per la determinazione di quelli che si potrebbero chiamare i “caratteri pragmatistici” delle nuove teorie logiche…”.

(G. Vailati, “Pragmatismo e logica matematica”, in Scritti di G. Vailati, 1911, p. 689)

 



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