Il lavoro qui presentato nasce dalla collaborazione tra Eugenio Randi e Massimo Parodi, e giunge alla pubblicazione on-line (provvisoria) grazie all'intervento della signorina Lucia Caccia Dominioni, che ha ordinato e ripulito il materiale a disposizione, predisponendolo per la presente pubblicazione, nel contesto della sua tesi di laurea. Un ringraziamento particolare, per i consigli forniti a proposito delle norme editoriali e per l'attenzione con cui ha considerato il nostro lavoro, va all'amico Pietro Rossi, della Università degli studi di Torino.

Il lavoro svolto da Eugenio e da me si interruppe nel 1990, quando Eugenio morì, ed è rimasto per molti anni a impolverarsi su uno scaffale della libreria, per la mia incapacità di riprendere in mano quelle pagine. Ora finalmente viene reso pubblico, grazie alla collaborazione degli amici sopra ricordati, ma non pretende in alcun modo di rappresentare un'edizione critica o un contributo in qualche misura compiuto e definitivo. La speranza è che quanto resta ancora da fare possa essere compiuto da studiosi che, partendo dal punto in cui noi siamo arrivati, abbiano la volontà di andare avanti. Ogni correzione, integrazione, contributo, consiglio è non solo gradito, ma richiesto, per la precisa consapevolezza dei limiti, errori, imprecisioni presenti nelle pagine che vengono messe in rete, e dei quali mi assumo naturalmente ogni responsabilità.

Quando eravamo quasi al termine della trascrizione del libro I, con Eugenio si scherzava, giocando a immaginare la festa che avremmo potuto organizzare per celebrare la conclusione della prima fase del nostro impegno. Per armonizzare la sua tendenza più festosa e socievole, per cui avrebbe voluto decine e decine di invitati allegri e rumorosi, con i miei gusti più inclini invece a qualcosa di raccolto, di amichevole e poco rumoroso, Eugenio ebbe un'idea luminosa. Un mattino, arrivando in Dipartimento con aria trionfante, mi annunciò di aver trovato la soluzione che avrebbe reso compatibili il suo atteggiamento "festaiolo" e il mio atteggiamento "monastico", come amava definirlo. Avremmo affittato un grande capannone, invitato una quantità enorme di persone, organizzato rinfreschi da favola, ma tutti avrebbero dovuto accettare il voto del silenzio! Una grande festa, ma in assoluto silenzio. Ridemmo di questa ipotesi e ancora oggi mi commuovo ricordando il suo viso sorridente e ironico, mentre mi metteva a parte del progetto.

Ho pensato molto a questa fantastica situazione, negli anni successivi alla morte di Eugenio. Poi un giorno ho visto improvvisamente il modo di realizzarla e per questo motivo sono riuscito a trovare la forza di riprendere quelle pagine e metterle in comune con altri. La situazione dipinta da Eugenio nel suo sogno di quel mattino è questa, è internet, è l'edizione on-line: potete essere decine, centinaia o migliaia a guardare il nostro lavoro, ma siete tutti, davanti al vostro monitor, in rigoroso silenzio.

Ciao Eugenio.

Massimo (gennaio 2001)